lunedì 29 giugno 2009

Lavoro nelle Pubbliche Relazioni. E ... NO! Non sono una hostess!



Mi sembra spaventoso e preoccupante come certe persone confondono il lavoro dello specialista in Pubbliche Relazioni con quello di una hostess. Purtroppo, non mi riferisco solo alla gente che non appartiene a questo ambito professionale. Anche certi così-detti "professionisti" fanno questa inammissibile confusione, e questo fenomeno succede al livello internazionale. Mi è capitato, nel passato, di vedere degli annunci di lavoro come "hostess" o "dama di compagnia" postati nella sezione "Marketing, Pubblicità e PR", sia su siti Italiani che Romeni.

Sto parlando a tutti quelli che inseriscono questi annunci in queste sezioni. Gente, svegliatevi!!! Prendete qualsiasi libro su questo mestiere. Ce ne sono parecchi, e magari il contenuto vi illuminerà un pò su cosa significa questo lavoro! Per fare questo lavoro ci vuole tanto di più di una faccia carina e una personalità socievole. Non dico che uno non deve essere elegante e allaciare amicizie quando va ad un evento, oppure che a me non piace l'idea! Sto solo dicendo che queste cose non bastano. Magari un lavoro da promoter sarebbe una buona soluzione per un giovane alle prime esperienze lavorative, ma questo non definisce una carriera nel settore delle RP.

Questa è una carriera che si costruisce. Oltre all'indispensabile laurea o master in una disciplina correlata e agli indispensabili studi della teoria, ci sono tante altre abilità, innate o sviluppate nel tempo, che servono a chiunque fa questo lavoro. Ci vogliono capacità analitiche e creatività per modellare un'identita attraente da assegnare ad un prodotto, servizio, o personaggio pubblico, per poi conquistare un determinato "audience". Ci vuole una vasta cultura dei settori per i quali lavoriamo (economia, cultura, spettacolo, politica, ecc.) e una vasta cultura del mondo dei media. Questa cultura si ottiene attraverso ore di ricerca e studio ogni giorno. Altrimenti, come facciamo a farci conoscere dai consumatori che ci interessano? Ci vogliono pazienza e diplomazia con i giornalisti, per convincerli a scrivere su di noi, e a scrivere al nostro vantaggio. Poi, ci vuole la stessa diplomazia, mescolata all'intelligenza, per evitare situazioni imbarazzanti e nocive per l'immagine del nostro cliente. In poche parole, altroché hostess!

Per ciò, carissimi signori specialisti nel postare degli annunci inopportuni e disinformati, cercate di combattere la propria ignoranza e smettete di sottovalutare il lavoro del PR!

sabato 27 giugno 2009

Un pensiero per Michael

Ieri mattina la radio mi ha svegliata con una triste notizia. Tra sonno e veglia, sentivo qualcosa su "l'improvvisa scomparsa di Michael Jackson...." Cosa? Quando? Ma davvero???? Sembrava un brutto scherzo. E' vero che negli ultimi tempi il suo stato di salute sembrava piuttosto debole, e che si veicolavano certe ipotesi su certe malattie, ma questa non me l'aspettavo! E ancora non ci posso credere...

Alcuni di noi erano dei grandi fan, altri invece no. Però, obbiettivamente, dobbiamo ammettere che Michael è stato un grande artista, e che ha fatto parte, più o meno, della vita di tutti noi. Ad esempio, io vi posso raccontare che lui è stato il primo star internazionale a sostenere un concerto nella Romania post-communista, nel 1992. Delirio nazionale! Ragazzi con delle nuove acconciature: capelli legati in una coda alle spalle, e con un riccio sulla fronte, à la Michael (il cappello era opzionale, ma a volte c'era anche quello). Quanti di noi hanno provato, almeno una volta, ad imitare le sue coreografie, riuscendoci o meno? Oppure quanti di noi hanno avuto in classe almeno un fan scatenato, sempre pronto a diffenderlo dagli attacchi di quelli che non lo sopportavano? Io mi ricordo un scandalo tra due ragazze nella mia classe, alle medie. Una dice: "Ma come ti può piacere Michael? E' un pedofilo!", e l'altra risponde: "Pedofilo è tuo nonno!" :-D Poi, nel 1996, è tornato a Bucarest, con un nuovo tour, e ci sono andata anch'io, insieme a degli amici più grandi. Era il primo concerto pop al quale ci andavo, e ci siamo stra-divertiti! Un vero spettacolo!

Che possiamo dire? Una vita breve ma gloriosa, vissuta sin dall'infanzia sotto i riflettori. Un personaggio decisamente controversato. Una leggenda della musica pop. Chissà se è mai stato veramente felice? Chissà se era colpevole o no di tutte le accuse che gli erano state fatte? Non lo sapremo mai. Una sola cosa è certa: nessuno lo dimenticherà!

domenica 14 giugno 2009

La stranierina al volante oggi pensava...



Stamattina ho fatto una passeggiata in macchina, in giro per il mio "quartiere". Mi piace tanto! Adesso, che finalmente ho la mia propria macchina, ne approfitto, e confesso che è un piacere guidare senza una meta precisa, magari nei posti familiari, solo per "allenarsi" e per sviluppare le proprie abilità di guida.

Così, sulle strade scarsamente circolate di una Domenica mattina, ho avuto anche qualche momento da dedicare ai miei propri pensieri... automobilistici. Si dice che lo stile di guida di un popolo riflette la situazione di quel paese. Ovviamente, da qui è partito un dettagliato paragone tra la Romania e l'Italia. Vi svelo un segreto: anche se ho la patente da anni, in Romania ho avuto quasi sempre paura di guidare, e i miei momenti di "estremo coraggio" erano pochi, e pure allora mi sentivo come Indiana Jones imbarcato nell'aventura della sua vita. Perché? Perché, anche quando viaggiavo come passeggero, era impossibile non prendermi almeno un solo spavento o non sentire almeno una sola bestemmia, e intendo per viaggio, mica per giorno! Strade strette e storte, città affollata, cantieri da per tutto, vie chiuse per lavori in corso, file interminabili al semaforo, e, in conseguenza, gente nervosissima, e senza voglia di rispettare le regole, oppure di essere cortesi nei confronti degli altri partecipanti al traffico. E pensate che i peggiori sono quelli che hanno le macchine più grandi o più care: chi ha la BMW fuoristrada si permette di sentirsi superiore a quello che ha una Dacia "stile anni '80". E questo succede anche al di fuori dalla macchina, purtroppo! Nemmeno quando facevo io la scuola guida nel 2004, le cose non erano ancora così spaventose!

Guidare a Milano sarà sicuramente più difficile che guidare in una piccola città italiana. La città è sempre in movimento, piena di gente, di macchine, e soprattutto di moto. Però, io non ho paura! Giuro! Anche se c'è l'occasionale "autista dell'inferno", o un ciclista che rompe, la cortesia è ancora presente, le vie sono segnalate correttamente, e i cantieri non sono così tanti, per diventare un problema. Una volta, una ragazza romena che era stata a Milano in un viaggio di lavoro mi ha detto: "anche Milano è una città affollata, ma almeno quelli si muovono, noi rimaniamo sempre bloccati!" Eh, sì... Speriamo che le cose cambino anche in Romania, a tutti i livelli!

Ovviamente, ciascuna città viene valutata rispetto a quella di origine, da tutti i punti di vista, non solo da quello del traffico. Per quanto riguarda la stranierina autista, si vedrà cosa le riserverà il futuro sulle strade di Milano: si spera in una guida senza incidenti, e senza troppi spaventi! Dai, che si può fare!

venerdì 5 giugno 2009

Facebook: una minaccia per la vita REALE?




Facebook è un argomento che sicuramente occupa un posto importante nella vita della gente d'oggi. Come al solito, non escludo la mia propria persona! Prima di venire in Italia, io non c'ero su Facebook. Ne avevo sentito parlare, ma forse da noi non era ancora diventato così "popolare", anche se c'era tanta gente iscritta. Venendo qui, ho scoperto in dettaglio, grazie ai miei amici, di cosa si trattava!

Cosa vi posso dire? La cosa per la quale sono grata al famoso social network è, prima di tutto, il fatto di avermi aiutata a ritrovare amici d'infanzia, compagni di scuola, oppure parenti dispersi nel mondo... Insomma, gente che non vedevo da tanti anni, e che non avrei più saputo come rintracciare. Inoltre, devo ammettere che è facile tenere il contatto permanente con i tuoi amici e colleghi, anche se, a dire la verità, preferisco mille volte vederli "dal vivo", sopratutto se si trovano vicino!

Era qui che volevo arrivare: ci sarebbe, secondo voi, una limite di tempo da dedicare alle attività di natura "Facebookologica" (sì, lo so che questa parola non esiste, ma la invento io adesso :-D)? Perché non c'è solo la questione dei "friends reunited", ma ci sono i test, i giochi, oppure le relativamente nuove "living social - pick your 5 of the day". Una dipendenza si crea, sopratutto nelle nostre giornate libere, oppure quando siamo a casa, con l'influenza o altri "mali". Ciascuno di noi ha già saputo che colore è, quale città le assomiglia di più, che puffo è, che libro è, oppure a quale età si sposerà. Ugualmente, ciascuno di noi ha avuto l'occasione di condividere i 5 film preferiti, i 5 posti dove ha vissuto, le 5 cose indispensabili per una bella giornata, oppure di pubblicare varie foto e video.

Tra la gente che conosco, c'è gente che è abbastanza "dipendente", ma sono assolutamente convinta che abbiano anche una vita molto animata e attiva. C'è la gente che ammette di non usarlo quasi mai, e c'è la gente che dice di avere avuto un periodo di dipendenza nei primi mesi dopo l'iscrizione, quando c'era l'elemento "novità", ma poi si sono stancati. Però, conosco anche delle persone per le quali non esiste solo Facebook, ma anche Twitter, My Space, e in più, altri centomila blog, su centomila argomenti. E mi chiedo: come sarà la vita REALE di queste persone? Hanno il tempo per avere una vita?

Io, personalmente, ammetto di divertirmi a volte con queste cose, ma forse mi passeranno prima o poi. A volte, ho avuto dei periodi così occupati, che Facebook diventava l'ultima delle mie priorità. Però, se avessi da scegliere tra uscire in città con gli amici e stare su Facebook, indovinate cosa sceglierei! Alla fine, ci sono tante cose belle da vedere e da fare, tanta gente con la quale divertirsi alla grande, e sarebbe un peccato perdersi una vita PIENA e REALE!